Autore: M.L. Stedman
Editore: Garzanti
Formato: Copertina rigida
Pagine: 366
ISBN: 9788811684886
Isabel ama la luce del faro tra gli oceani, che rischiara le notti. E adora le mattine radiose, con l'alba che spunta prima lì che altrove, quasi quel faro fosse il centro del mondo. Per questo ogni giorno scende verso la scogliera e si concede un momento per perdersi con lo sguardo tra il blu, nel punto in cui i due oceani, quello australe e quello indiano, si stendono come un tappeto senza confini. Lì, sull'isola remota e aspra abitata solo da lei e suo marito Tom, il guardiano del faro, Isabel non ha mai avuto paura. Si è abituata ai lunghi silenzi e al rumore assordante del mare. Ma questa mattina un grido sottile come un volo di gabbiani rompe d'improvviso la quiete dell'alba. Quel grido, destinato a cambiare per sempre la loro vita, è il tenue vagito di una bambina, ritrovata a bordo di una barca naufragata sugli scogli, insieme al cadavere di uno sconosciuto. Per Isabel la bambina senza nome è il regalo più grande che l'oceano le abbia mai fatto. È la figlia che ha sempre voluto. E sarà sua. Nessuno lo verrà a sapere, basterà solo infrangere una piccola regola. Basterà che Tom non segnali il naufragio alle autorità, così nessuno verrà mai a cercarla. Decidono di chiamarla Lucy. Ben presto quella creatura vivace e sempre bisognosa d'attenzione diventa la luce della loro vita. Ma ogni luce crea delle ombre. E quell'ombra nasconde un segreto pesante come un macigno, più indomabile di qualunque corrente e tempesta Tom abbia mai dovuto illuminare con la luce del suo faro.
Nonostante l'uscita del film, non avevo mai pensato di leggere questo libro. Anche questa volta, come spesso fortunatamente mi capita, sono rimasta piacevolmente colpita e devo dire che non mi sarei mai aspettata una storia così bella, seppur molto triste.
I protagonisti sono magistrali, hanno tutti caratteri ben definiti e dettagli che li rendono unici. In qualche modo ci si affeziona ad ognuno di essi e si finisce per sperare il meglio, anche se si è consapevoli che, per forza di cose, qualcuno rimarrà deluso e sofferente. Non si riesce a condannare il gesto di Tom e Isabel, non si può trovare una soluzione e si è continuamente portati a chiedersi dove sia davvero il confine tra giusto e sbagliato.
Le descrizioni dell'isola di Janus sono favolose e si adattano perfettamente alla storia e ai personaggi. L'ambiente desolato e quasi inospitale accompagna la tristezza dei suoi abitanti, il faro simbolo di salvezza si associa invece alle risate della piccola Lucy e alla sua curiosità di bambina.
Ciò che mi ha colpita di più di tutta l'opera è stato come l'argomento principale del libro, cioè la perdita di un figlio, sia stato trattato da diversi punti di vista e con diverse sfaccettature: da un lato infatti abbiamo il dolore di Izzy per i suoi aborti, descritti in un modo estremamente delicato e toccante, dall'altro la disperazione di Hannah per la scomparsa improvvisa e inaspettata di Grace, con tutte le conseguenze che ha trascinato dietro di sé anche quando la situazione sembra essersi, in un certo senso, risolta.
Voto: 5/5
Partecipo a:
The Goose Reading Challenge: casella 33 - Pausa Caffé
The Hunting Word Challenge: acqua (ricollegata nel titolo e in copertina)
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