Autore: Andrew Nicoll
Editore: Sonzogno
Formato: Paperback
Pagine: 352
ISBN-10: 8845426106
ISBN-13: 9788845426100
Nulla è come sembra a Broughty Ferry, tranquillo paesino sulla costa scozzese. Jean Milne, ad esempio, è una matura zitella che vive sola in una lussuosa villa di ventitré stanze (quasi tutte chiuse) ed è, per i suoi concittadini, un modello di rispettabilità. Eppure, quando viene trovata brutalmente assassinata nella sua abitazione con i piedi legati e il cranio fracassato, l'immagine pubblica, che così a lungo ha resistito, comincia a incrinarsi. Chi può avere ucciso in maniera tanto feroce una signora così riservata? E perché, di colpo, conoscenti e testimoni diventano elusivi e reticenti? E chi è l'uomo che, su carta violetta, le ha scritto, alla vigilia dell'assassinio, una lettera a dir poco personale? La notizia del crimine si diffonde rapidamente per tutta la Gran Bretagna, suscitando nei lettori delle gazzette una curiosità così morbosa che la polizia si sente subito sotto pressione: bisogna trovare un colpevole e bisogna trovarlo in fretta, anche a costo di qualche procedura non proprio scrupolosa. A indagare, con i più moderni ritrovati della scienza investigativa (siamo nel 1912), viene chiamato da Glasgow l'ispettore Trench, un esperto per i casi più difficili, affiancato dall'attento sergente Frazer, agente della polizia locale. Man mano che i due scavano nella vita della signorina Milne, i segreti della sua esistenza vengono a galla. E alla fine sarà uno shock per tutti. Basato su una storia vera, e ricostruito grazie a una meticolosa ricerca negli archivi della polizia e nei giornali dell'epoca, questo caso viene riaperto con sapiente talento narrativo e tocchi di britannico humour.
Premetto che ho iniziato questo libro consapevole del fatto che potesse rivelarsi una delusione, quindi non mi sono stupita più di tanto quando tale si è rivelato!
L'autore ha avuto la brillante idea di romanzare una reale storia di cronaca avvenuta in un piccolo paesino scozzese nel 1912, evidenziando i metodi investigativi dell'epoca. In realtà, la parte finale dove scopriamo l'assassino dell'eccentrica signorina Milne è totalmente inventata in quanto il caso venne all'epoca archiviato senza soluzione.
Il romanzo inizia in modo piuttosto avvincente, a piccoli passi scopriamo che una facoltosa zitella è stata assassinata brutalmente nella sua grande casa e, attraverso l'analisi dettagliata della scena del crimine compiuta dalla polizia locale prima e da un ispettore giunto appositamente da Glasgow poi, ci vengono forniti indizi che dovrebbero aiutarci a scoprire il colpevole. Purtroppo tutta la parte centrale del libro diventa lentissima e pesante, vengono tirate fuori decine di testimoni che non fanno altro che confondere, la narrazione diventa troppo descrittiva e decisamente noiosa.
L'unico personaggio che personalmente ho trovato davvero interessante, sin dalle prime pagine, è Fraser, il poliziotto che racconta la vicenda in prima persona. Attraverso i suoi occhi notiamo i dettagli di casa Milne, parliamo con la gente del posto, viaggiamo con il presunto assassino e assistiamo allo svolgimento delle indagini, fino ad arrivare alla conclusione che, per quanto mi riguarda, è stata una sorpresa. Per tutto il romanzo ho continuato a chiedermi chi potesse essere l'assassino e soprattutto perché, nelle ultime pagine del libro, che fortunatamente riacquistano un po' di brio e si fanno leggere velocemente, viene svelata la soluzione che, a posteriori, sembra in effetti la più ovvia.
Voto: 2,5/5.
Partecipo a:
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