giovedì 10 settembre 2020

[Libri] L'uomo delle castagne di Søren Sveistrup


Titolo: L'uomo delle castagne
Autore: Søren Sveistrup
Editore: Rizzoli
Pagine: 560
ISBN: 9788817108782

Troppe cornacchie dietro il trattore. Saltellano freneticamente intorno a qualcosa di bianco, pallido e informe. Un maiale. Gli occhi spenti, il corpo che freme e si agita, come se provasse a spaventare le cornacchie, appollaiate a mangiare da un grosso foro di arma da fuoco sulla sua nuca. Un navigato agente di polizia, a una settimana dalla pensione, si ferma davanti alla fattoria di un vecchio conoscente, nei dintorni di Copenaghen. Qualcosa non va. Un maiale morto lasciato lì. Non si fa così, in campagna. Apre la porta d'ingresso, socchiusa, con due dita, come nei film. Per vedere una cosa che non avrebbe mai voluto vedere: sangue, un cadavere mutilato, altri corpi da scavalcare. Cammina fino all'ultima stanza, dove centinaia di omini fatti di castagne e fiammiferi - infantili, incompleti, deformi - lo guardano ciechi. Stravolto, si chiude la porta alle spalle, senza sapere che l'assassino lo sta fissando.


I thriller scandinavi appartengono a un genere che ho scoperto da poco ma che mi piace molto, anche questo titolo si è confermato una buona scelta di lettura.
Nonostante la mole di pagine il testo riesce a tenere costantemente un buon ritmo, senza perdersi in lungaggini. Lo stile di scrittura, infatti, è diretto e rapido, a volte forse eccessivamente crudo. Alcune descrizioni delle scene del crimine sono piuttosto esplicite e a mio parere potevano essere evitate o comunque scritte diversamente.
L'attenzione del lettore rimane alta per tutta la durata dell'opera e il nome del colpevole, per me, è stata una sorpresa. Infatti, pur sospettando l'ambito nel quale andare a pescare l'assassino, non ero riuscita ad arrivare alla persona giusta e soprattutto non avevo fatto il collegamento che in realtà appare poi tanto palese. Bello e intrigante l'intreccio, perfetta l'ambientazione, illustrata in modo secco ma preciso. Grazie a poche parole ben dosate ci si trova immersi nel clima tipico della Danimarca che, con il suo freddo e la sua aria cupa, diventa lo sfondo perfetto per le vicende che vengono raccontate.
I due investigatori protagonisti non mi hanno colpita particolarmente, forse perché la loro descrizione, sia fisica che caratteriale, si limita alle poche informazioni necessarie allo sviluppo della trama, senza ulteriori approfondimenti. Tutto ciò da un lato alleggerisce la narrazione e evita di distogliere l'attenzione dai fatti ma, dall'altro, rende la coppia un po' impersonale e non permette di empatizzare con loro. Dei due ho sicuramente preferito Hess, più enigmatico e interessante, Thulin invece non mi ha lasciato nulla di rilevante.
Voto: 4/5

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