Titolo: Cambiare l'acqua ai fiori
Autore: Valérie Perrin
Editore: E/O
Pagine: 476
ISBN: 9788833570990
Violette Toussaint è guardiana di un cimitero di una cittadina della Borgogna. Ricorda un po' Renée, la protagonista dell'Eleganza del riccio, perché come lei nasconde dietro un'apparenza sciatta una grande personalità e una vita piena di misteri. Durante le visite ai loro cari, tante persone vengono a trovare nella sua casetta questa bella donna, solare, dal cuore grande, che ha sempre una parola gentile per tutti, è sempre pronta a offrire un caffè caldo o un cordiale. Un giorno un poliziotto arrivato da Marsiglia si presenta con una strana richiesta: sua madre, recentemente scomparsa, ha espresso la volontà di essere sepolta in quel lontano paesino nella tomba di uno sconosciuto signore del posto. Da quel momento le cose prendono una piega inattesa, emergono legami fino allora taciuti tra vivi e morti e certe anime, che parevano nere, si rivelano luminose. Attraverso incontri, racconti, flashback, diari e corrispondenze, la storia personale di Violette si intreccia con mille altre storie personali in un caleidoscopio di esistenze che vanno dal drammatico al comico, dall’ordinario all’eccentrico, dal grigio a tutti i colori dell’arcobaleno. La vita di Violette non è certo stata una passeggiata, è stata anzi un percorso irto di difficoltà e contrassegnato da tragedie, eppure nel suo modo di approcciare le cose quel che prevale sempre è l'ottimismo e la meraviglia che si prova guardando un fiore o una semplice goccia di rugiada su un filo d'erba.
Diffido sempre un po' dei libri che vengono annunciati come grandi successi e riscuotono la quasi totalità dei commenti favorevoli, avendo purtroppo avuto brutte esperienze. In questo caso, tuttavia, sono felicissima di concordare con la maggioranza!
Questo testo parla, con estrema delicatezza, di vita, amore e morte tramite Violette, una protagonista dall'esistenza costellata di dolori e rassegnazione che riesce, però, a strappare sempre un sorriso al lettore con il suo apparente ottimismo con il quale affronta la quotidianità.
Attraverso uno stile di scrittura elegante e leggero, quasi sospeso nel tempo, ci si affaccia alla storia della donna e al suo passato in punta di piedi e, grazie a continui salti temporali, si impara a conoscerla e si vive il suo lutto. Nonostante alcuni riferimenti che aleggiano tra le pagine nei primi capitoli, la tragedia che arriva all'improvviso, come una vera e propria doccia fredda, è paralizzante, fa venire i brividi e riempie gli occhi di lacrime.
Accanto a quella di Violette si intrecciano tante altre storie, alcune più rilevanti di altre, alcune soltanto accennate ma cariche di significato. L'opera diventa così una sorta di romanzo corale dove gli affetti e i sentimenti assumono tante sfaccettature, arricchendo la narrazione. La vicenda che più mi ha colpita è stata sicuramente quella di Sasha, forse meno preminente rispetto a quella di Irène e Gabriel o a quella di Philippe ma indubbiamente la più drammatica e dolorosa.
Voto: 5/5
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