Titolo: L'età fragile
Autore: Donatella Di Pietrantonio
Editore: Einaudi
Pagine: 192
ISBN: 9788806255787
Non esiste un’età senza paura. Siamo fragili sempre, da genitori e da figli, quando bisogna ricostruire e quando non si sa nemmeno dove gettare le fondamenta. Ma c’è un momento preciso, quando ci buttiamo nel mondo, in cui siamo esposti e nudi, e il mondo non ci deve ferire. Per questo Lucia, che una notte di trent’anni fa si è salvata per un caso, adesso scruta con spavento il silenzio di sua figlia. Quella notte al Dente del Lupo c’erano tutti. I pastori dell’Appennino, i proprietari del campeggio, i cacciatori, i carabinieri. Tutti, tranne tre ragazze che non c’erano più. Amanda prende per un soffio uno degli ultimi treni e torna a casa, in quel paese vicino a Pescara da cui era scappata di corsa. A sua madre basta uno sguardo per capire che qualcosa in lei si è spento: i primi tempi a Milano aveva le luci della città negli occhi, ora sembra che desideri soltanto scomparire, si chiude in camera e non parla quasi. Lucia vorrebbe tenerla al riparo da tutto, anche a costo di soffocarla, ma c’è un segreto che non può nasconderle. Sotto il Dente del Lupo, su un terreno che appartiene alla loro famiglia e adesso fa gola agli speculatori edilizi, si vedono ancora i resti di un campeggio dove tanti anni prima è successo un fatto terribile. A volte il tempo decide di tornare indietro: sotto a quella montagna che Lucia ha sempre cercato di dimenticare, tra i pascoli e i boschi della sua età fragile, tutti i fili si tendono. Stretta fra il vecchio padre così radicato nella terra e questa figlia più cocciuta di lui, Lucia capisce che c’è una forza che la attraversa. Forse la nostra unica eredità sono le ferite.
Ero molto curiosa di leggere questo nuovo romanzo della Di Pietrantonio fin dalla sua pubblicazione, ancora di più quando ha vinto il premio Strega 2024 lo scorso mese. Avendo apprezzato "L'Arminuta" mi aspettavo una grande storia e, purtroppo, in questo sono rimasta un po' delusa, anche se nel complesso l'opera mi è piaciuta molto.
L'età fragile del titolo collega il presente di Lucia, fisioterapista separata con una figlia universitaria alle prese con i problemi legati appunto alla sua età e a brutto episodio accaduto mesi prima, a un tragico evento del passato che ha un po' cristallizzato la sua giovinezza e l'ha allontanata dalla sua migliore amica.
Sinceramente non mi aspettavo di trovare questa tematica e sono rimasta sorpresa dai fatti raccontati. Alcuni dettagli si sono persi nel corso della narrazione ed è mancato un'approfondimento su alcuni personaggi ma lo stile di scrittura mi ha tenuta incollata alle pagine e, soprattutto, ancora un volta, l'autrice è riuscita a rendere perfettamente le caratteristiche di zone montane e rurali abruzzesi, le sensazioni e le contraddizioni di una popolazione legata alla terra e a una mentalità particolare.
Voto: 4/5
Travelbook: annuale 16
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