Titolo: Ah l'amore l'amore
Autore: Antonio Manzini
Editore: Sellerio Editore Palermo
Pagine: 335
ISBN: 9788838940217
Rocco Schiavone, vicequestore ad Aosta, è ricoverato in ospedale. Un proiettile lo ha colpito in un conflitto a fuoco, ha perso un rene ma non per questo è meno ansioso di muoversi, meno inquieto. Negli stessi giorni, durante un intervento chirurgico analogo a quello da lui subito, un altro paziente ha perso la vita: Roberto Sirchia, un ricco imprenditore che si è fatto da sé. Un errore imperdonabile, uno scandalo clamoroso. La vedova e il figlio di Sirchia, lei una scialba arricchita, lui, molto ambizioso, ma del tutto privo della energia del padre, puntano il dito contro la malasanità. Ma, una sacca da trasfusione con il gruppo sanguigno sbagliato, agli occhi di Rocco che si annoia e non può reprimere il suo istinto di sbirro, è una disattenzione troppo grossolana. Sente inoltre una profonda gratitudine verso chi sarebbe il responsabile numero uno dell'errore, cioè il primario dottor Negri; gli sembra una brava persona, un uomo malinconico e disincantato come lui. Nello stile brusco e dissacrante che è parte della sua identità, il vicequestore comincia a guidare l'indagine dai corridoi dell'ospedale che clandestinamente riempie di fumo di vario tipo. Se si tratta di delitto, deve esserci un movente, e va ricercato fuori dall'ospedale, nelle pieghe della vita della vittima. Dentro i riti ospedalieri, gli odori, il cibo immangiabile, i vicini molesti, Schiavone si sente come un leone in gabbia. Ma è un leone ferito: risulta faticoso raccogliere gli indizi, difficile dirigere a distanza i suoi uomini, non può che affidarsi all'intuito, alle impressioni sulle persone, ai dati sul funzionamento della macchina sanitaria. E l'autore concede molto spazio alla psicologia e alle atmosfere. Rocco Schiavone ha quasi cinquant'anni, certe durezze si attenuano, forse un amore si affaccia. Sullo sfondo prendono più rilievo le vicende private della squadra. E immancabilmente un'ombra, di quell'oscurità che mai lo lascia, osserva da un angolo della strada lì fuori.
I romanzi con protagonista Schiavone sono sempre piacevolissimi da leggere, lo stile di scrittura dell'autore è scorrevole e tiene compagnia, tanto che ogni volta arrivo alla fine praticamente senza rendermene conto.
Ciò che ho apprezzato di più di questo ulteriore capitolo della saga è stato il cambio di ambientazione, infatti gran parte della storia si svolge tra le corsie dell'ospedale dove il protagonista è ricoverato. Questo espediente ha contribuito a spezzare un po' la monotonia dei luoghi che, nonostante la varietà dei casi presentati finora, dopo un gran numero di libri, rischiavano di diventare eccessivamente ripetitivi.
Mi è piaciuta l'idea di dare più spazio alle vicende personali dei collaboratori del vicequestore. Personalmente non ho apprezzato molto la storia di Italo che, a mio avviso, sta diventando monotona mentre ho trovato ben più interessanti, anche se forse troppo al limite dell'esagerato, le vicende di Scipioni e Casella.
Il senso di malinconia che pervade tutte le opere di Manzini in questo capitolo torna a farsi sentire con prepotenza, i ricordi di Rocco e le sue mancanze si affacciano tra le pagine sempre più spesso anche se la conclusione prova ad aprire le porte per una nuova strada che sono curiosa di scoprire dove porterà.
Voto: 4,5/5
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