Titolo: Sortilegi
Autore: Bianca Pitzorno
Editore: Bompiani
Pagine: 144
ISBN: 9788830105485
Mentre infuria la peste del Seicento, una bambina cresce in totale solitudine nel cuore di un bosco e a sedici anni è così bella e selvatica da sembrare una strega e far divampare il fuoco della superstizione. Un uomo si innamora delle orme lasciate sulla sabbia da piedi leggeri e una donna delusa scaglia una terribile maledizione. Il profumo di biscotti impalpabili come il vento fa imbizzarrire i cavalli argentini nelle notti di luna. Bianca Pitzorno attinge alla realtà storica per scrivere tre racconti che sono percorsi dal filo di un sortilegio. Ci porta lontano nel tempo e nello spazio, ci restituisce il sapore di parole e pratiche remote – l’italiano secentesco, le procedure di affidamento di un orfano nella Sardegna aragonese, una ricetta segreta – e come nelle fiabe antiche osa dirci la verità: l’incantesimo più potente e meraviglioso, nel bene e nel male, è quello prodotto dalla mente umana. I personaggi di Bianca Pitzorno sono da sempre creature che rifiutano di adeguarsi al proprio tempo, che rivendicano il diritto a non essere rinchiuse nella gabbia di una categoria, di un comportamento “adeguato”, e che sono pronte a vivere fino in fondo le conseguenze della propria unicità. Così le protagoniste e i protagonisti di queste pagine ci fanno sognare e ci parlano di noi, delle nostre paure, delle nostre meschinità, del potere misterioso e fantastico delle parole, che possono uccidere o salvare.
Questo volume è una raccolta di tre racconti dell'autrice che trattano argomenti diversi ma hanno in comune la presenza dei sortilegi del titolo.
La storia che è piaciuta di più è stata la prima, più lunga e strutturata delle altre. È ambientata in Toscana, nel XVII secolo e inizia con un forte impatto, visto che viene descritta l'epidemia della nota peste manzoniana dal punto di vista di una bambina, unica sopravvissuta della sua famiglia. Le sue vicende si intrecciano con quelle di altri personaggi e, personalmente, non mi aspettavo lo sviluppo che la narrazione ha avuto.
Il secondo racconto si svolge in Sardegna e mi ha ricordato i classici Biancaneve e Cenerentola, per la presenza di una giovane e bella ragazza sfortunata che incontra il principe azzurro ma deve difendersi da una "matrigna cattiva".
L'ultima esposizione è meno fiabesca e, pur essendo interessante, secondo me è stata troppo breve. Il contenuto mi ha incuriosito moltissimo poiché parla della ricetta dei biscotti del vento sardi, tramandata da generazioni e quasi magica.
Ogni fatto prende spunto da fatti reali e ciò ha reso la lettura ancora più intrigante. Nel complesso ho apprezzato l'opera, scorrevolissima e ben scritta.
Voto: 4/5
Libriko: 1B
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