Titolo: Don Chisciotte della Mancia
Autore: Miguel de Cervantes
Editore: BUR Biblioteca Universale Rizzoli
Pagine: 1369
ISBN: 9788817014632
Comparire in società, vestire a modo, scambiare convenevoli e parole di circostanza: chi vorrebbe sottoporsi a un simile supplizio, quando fuori ci sono giganti dalle braccia rotanti da affrontare ed eserciti nemici da sconfiggere? Appassionato lettore di romanzi di cavalleria e nobile dalla scarsa fortuna, Alonso Quijano decide di affidarsi alla fantasia. Assume il nome di don Chisciotte e sale a cavallo di un pacifico ronzino: insieme a Sancio Panza, prima contadino e ora scudiero sull’asinello, intende compiere grandi imprese, conquistando l’amore della bellissima Dulcinea del Toboso. Romanzo fondante della letteratura spagnola ed europea, il Don Chisciotte è il grido che rifiuta la volgarità e la banalità del reale; il canto dell’uomo che, grazie alla fantasia o forse alla follia, vive finalmente le grandi avventure a cui ognuno dovrebbe essere destinato.
La sensazione che mi ha lasciato la lettura di questo lunghissimo romanzo è stata quella di tristezza.
Mi sono approcciata a questo caposaldo della letteratura con curiosità e un po' di timore vista la mole, aspettandomi però anche tante risate che, in realtà, sono arrivate solamente in minima parte.
Delle due parti in cui è divisa l'opera ho apprezzato maggiormente la prima, a mio avviso più ricca di avventure e sarcasmo. Andando avanti pensavo di trovare un coinvolgimento sempre maggiore con il protagonista ma, purtroppo, ciò non si è verificato. Don Chisciotte è spesso da compatire, il mio giudizio nei suoi confronti è oscillato costantemente tra la simpatia, la tenerezza e la rabbia, infatti i suoi comportamenti sono spesso eccessivi e vengono derisi da chi lo circonda.
Molte vicende raccontate sarebbero potute essere omesse ma, pur non ritenendole utili ai fini della trama, io ho apprezzato le digressioni dell'autore su racconti completamente slegati dalla storia principale.
Voto: 3/5
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