Titolo: La ricamatrice di Winchester
Autore: Tracy Chevalier
Editore: Neri Pozza
Pagine: 287
ISBN: 9788854519992
Winchester, 1932. A trentotto anni Violet Speedwell sembra ormai inesorabilmente destinata a un'esistenza da zitella. La Grande Guerra ha preteso il suo tributo: il suo fidanzato, Laurence, è caduto a Passchendaele insieme a migliaia di altri soldati, e ora le «donne in eccedenza» come lei, donne rimaste nubili e con scarse probabilità di convolare a nozze, sono ritenute una minaccia, se non una vera e propria tragedia per una società basata sul matrimonio. Dopo essersi lasciata alle spalle la casa di famiglia di Southampton, e le lamentele della sua soffocante madre, ferma all'idea che dovere di una figlia non sposata sia quello di servire e riverire i genitori, Violet è più che mai intenzionata a vivere contando sulle proprie forze. A Winchester riesce in breve tempo a trovare lavoro come dattilografa per una compagnia di assicurazione, e ad aver accesso a un'istituzione rinomata in città: l'associazione delle ricamatrici della cattedrale. Fondata dalla signorina Louisa Pesel e diretta con pugno di ferro dall'implacabile signora Biggins, l'associazione, ispirata a una gilda medievale, si richiama a un'antica tradizione: il ricamo di cuscini per i fedeli, vere e proprie opere d'arte destinate a durare nei secoli. Sebbene la Grande Guerra abbia mostrato a Violet come ogni cosa sia effimera, l'idea di creare con le proprie mani qualcosa che sopravviva allo scorrere del tempo rappresenta, per lei, una tentazione irresistibile. Mentre impara la difficile arte del ricamo, Violet stringe amicizia con l'esuberante Gilda, i capelli tagliati alla maschietta, la parlantina svelta e un segreto ben celato dietro i modi affabili, e fa la conoscenza di Arthur, il campanaro dagli occhi azzurri e luminosi come schegge di vetro. Due incontri capaci di risvegliare in lei la consapevolezza che ogni destino può essere sovvertito se si ha il coraggio di sfidare i pregiudizi del tempo. Due incontri che insegnano anche che basta a volte un solo filo per cambiare l'intera trama di una vita.
La storia raccontata mi è piaciuta molto, personalmente non conoscevo la tradizione dei cuscini ricamati che esiste realmente e ha ispirato l'autrice, come lei stessa racconta alla fine del libro.
Ho adorato i capitoli dedicati alla realizzazione delle opere da parte del gruppo: i dettagli sono riportati in modo talmente accurato da avere davvero l'impressione di trovarsi il ricamo davanti agli occhi.
L'ambientazione negli anni trenta, con lo sfondo della passata Prima Guerra Mondiale e lo spettro incombente del Nazismo è stata resa benissimo, anche le descrizioni dei luoghi sono ben delineate e permettono di avere un quadro preciso di quello che si sta leggendo.
Devo ammette che la protagonista, soprattutto all'inizio, non mi ha convinta appieno ma, andando avanti e scoprendo tanti altri lati del suo carattere, sono riuscita a rivalutarla.
Ho trovato interessante l'idea di inserire nella narrazione i personaggi di Gilda e Dorothy, due ragazze che riescono a movimentare la trama con un piccolo colpo di scena intuibile ma gradevole.
Il finale non mi è piaciuto completamente perché mi è sembrato poco realistico. Probabilmente questa mia impressione è dovuta anche al fatto di non aver compreso e apprezzato la figura di Arthur.
Voto: 4/5
Chaining the book: catena ordine alfabetico nome (proprio) autore
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