Titolo: La meccanica dell'amore
Autore: Alexene Farol Follmuth
Editore: Sperling & Kupfer
Pagine: 288
ISBN: 9788820076863
Bel non ha alcuna intenzione di pianificare il suo futuro. Le domande di ammissione all'università? Sono una noia mortale. Le attività extracurricolari? Neanche a parlarne. Vorrebbe solo sopravvivere all'ultimo anno di liceo, possibilmente senza crisi esistenziali e senza dover rispondere a domande troppo personali. Ma quando una catapulta improvvisata mette in luce il suo talento nascosto per l'ingegneria, la ragazza si ritrova, suo malgrado, nel bel mezzo del club di robotica. E, ancora peggio, sotto lo sguardo attento di Mateo Luna: capitano della squadra, mente brillante e - purtroppo - bellissimo. Lui è l'orgoglio della Essex Academy, determinato a vincere i campionati nazionali. Lei, invece, vorrebbe solo restarne fuori. Peccato che, più tempo trascorrono insieme in laboratorio, più la distanza tra loro si accorcia. Tra liti, progetti, tensioni e notti passate a saldare e sognare, Bel scopre che forse essere parte di una squadra, di una sfida, di un «noi», non è poi così male. E che a volte l'amore arriva proprio quando smetti di cercarlo. O di evitarlo.
Questo romanzo è uscito da poco ma mi ha incuriosita perché tratta una tematica che in genere mi piace, infatti è un romance STEM, cioè tratta argomenti scientifici.
A differenza degli altri che ho letto, primi fra tutti quelli della Hazelwood, per la prima volta la storia è ambientata in una scuola superiore quindi i protagonisti sono molto giovani e si preparano per le domande di ammissione ai più prestigiosi college americani come il MIT. L'ambito nel quale si muovono è quello della robotica e, in particolare, la costruzione di robot che gareggiano tra loro in competizioni nazionali. Nonostante la narrazione sia semplice e l'andamento delle cose sia molto prevedibile, ho apprezzato l'idea.
Come già capitato in passato si pone l'attenzione sulla difficoltà delle donne negli ambiti tecnici, anche se qui la ragazza viene dipinta come un genio inconsapevole di esserlo e, per me, questo aspetto è stato un po' esagerato. Mi è piaciuto molto il protagonista maschile, perfetto in tutte le sue caratteristiche ma non per questo stucchevole.
Ammetto di aver approcciato l'opera con un po' di timore perché avevo già letto un titolo dell'autrice scritto con lo pseudonimo Olivie Blake che mi aveva delusa, in realtà qui fortunatamente mi sono ricreduta.
Voto: 3,5/5
Travelbook nello Spazio: Nettuno 18
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