Titolo: Le assaggiatrici
Autore: Rosella Postorino
Editore: Feltrinelli
Pagine: 288
ISBN: 9788807893001
La prima volta che entra nella stanza in cui consumerà i prossimi pasti, Rosa Sauer è affamata. "Da anni avevamo fame e paura", dice. Con lei ci sono altre nove donne di Gross-Partsch, un villaggio vicino alla Tana del Lupo, il quartier generale di Hitler nascosto nella foresta. È l'autunno del '43, Rosa è appena arrivata da Berlino per sfuggire ai bombardamenti ed è ospite dei suoceri mentre Gregor, suo marito, combatte sul fronte russo. Quando le SS ordinano: "Mangiate", davanti al piatto traboccante è la fame ad avere la meglio; subito dopo, però, prevale la paura: le assaggiatrici devono restare un'ora sotto osservazione, affinché le guardie si accertino che il cibo da servire al Führer non sia avvelenato. Nell'ambiente chiuso della mensa forzata, fra le giovani donne s'intrecciano alleanze, amicizie e rivalità sotterranee. Per le altre Rosa è la straniera: le è difficile ottenere benevolenza, eppure si sorprende a cercarla. Specialmente con Elfriede, la ragazza che si mostra più ostile, la più carismatica. Poi, nella primavera del '44, in caserma arriva il tenente Ziegler e instaura un clima di terrore. Mentre su tutti - come una sorta di divinità che non compare mai - incombe il Führer, fra Ziegler e Rosa si crea un legame inaudito.
Questo romanzo si basa su fatti realmente accaduti, raccontati, come riportato nelle note conclusive del volume, da Margot Wölk. La donna, infatti, dopo decenni, ha deciso di confessare il suo particolare lavoro svolto durante gli anni del Nazismo, rivelando alcuni particolari sul compito delle "assaggiatrici", figure rimaste per anni nell'ombra. Ho trovato molto affascinante questo capitolo di storia sempre taciuto e non nascondo che mi sarebbe piaciuto conoscere più dettagli, tuttavia, nel complesso, ho trovato il testo molto coinvolgente.
L'autrice ha saputo descrivere molto bene tutte le dinamiche tra i vari personaggi, sia all'interno del variegato gruppo di donne, sia per quanto riguarda i loro rapporti con i soldati e le altre figure facenti parte dello staff.
La protagonista Rosa mi ha conquistata perché nonostante l'obbligo al quale è sottoposta, riesce a mantenere il suo carattere caparbio e per certi versi rivoluzionario. A volte alcuni dei suoi comportamenti sono apparsi forse troppo istintivi e pericolosi ma sono state proprio queste caratteristiche a farmela apprezzare maggiormente.
Indubbiamente sorprendente il capitolo finale, magnificamente collegato a livello stilistico ma soprattutto perfetto con il suo tuffo improvviso nel presente, grazie al quale molti nodi vengono al pettine. Le pagine conclusive del romanzo hanno accentuato ancora di più il senso di malinconia e tristezza che pervadono tutta l'opera.
Voto: 4,5/5
Questo romanzo si basa su fatti realmente accaduti, raccontati, come riportato nelle note conclusive del volume, da Margot Wölk. La donna, infatti, dopo decenni, ha deciso di confessare il suo particolare lavoro svolto durante gli anni del Nazismo, rivelando alcuni particolari sul compito delle "assaggiatrici", figure rimaste per anni nell'ombra. Ho trovato molto affascinante questo capitolo di storia sempre taciuto e non nascondo che mi sarebbe piaciuto conoscere più dettagli, tuttavia, nel complesso, ho trovato il testo molto coinvolgente.
L'autrice ha saputo descrivere molto bene tutte le dinamiche tra i vari personaggi, sia all'interno del variegato gruppo di donne, sia per quanto riguarda i loro rapporti con i soldati e le altre figure facenti parte dello staff.
La protagonista Rosa mi ha conquistata perché nonostante l'obbligo al quale è sottoposta, riesce a mantenere il suo carattere caparbio e per certi versi rivoluzionario. A volte alcuni dei suoi comportamenti sono apparsi forse troppo istintivi e pericolosi ma sono state proprio queste caratteristiche a farmela apprezzare maggiormente.
Indubbiamente sorprendente il capitolo finale, magnificamente collegato a livello stilistico ma soprattutto perfetto con il suo tuffo improvviso nel presente, grazie al quale molti nodi vengono al pettine. Le pagine conclusive del romanzo hanno accentuato ancora di più il senso di malinconia e tristezza che pervadono tutta l'opera.
Voto: 4,5/5
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