Titolo: La mala erba
Autore: Antonio Manzini
Editore: Sellerio editore Palermo
Pagine: 368
ISBN: 9788838944451
Nella cameretta di Samantha spicca appeso al muro il poster di una donna lupo, «capelli lunghi, occhi gialli, un corpo da mozzare il fiato, gli artigli al posto delle unghie», una donna che non si arrende davanti a nulla e sa difendersi e tirare fuori i denti. Samantha invece, a 17 anni, ha raccolto nella vita solo tristezze e non ha un futuro davanti a sé. Non è solo la povertà della famiglia; è che la gente come lei non ha più un posto che possa chiamare suo nell’ordine dell’universo. Lo stesso vale per tutti gli abitanti di Colle San Martino: vite a perdere, individui che, pur gomito a gomito, trascinano le loro esistenze in solitudine totale, ognuno con i suoi sordidi segreti, senza mai un momento di vita collettiva, senza niente che sia una cosa comune. Sul paese dominano, rispettivamente dall’alto del palazzo padronale e dal campanile della chiesa, Cicci Bellè, «proprietario di tutto», e un prete reazionario, padre Graziano. I due si odiano e si combattono; opprimono e sfruttano, impongono ricatti e condizionamenti. Cicci Bellè prova un solo affetto, per il figlio Mariuccio, un ragazzone di 32 anni con il cervello di un bambino di 5; padre Graziano porta sempre con sé il nipote Faustino, bambino viziato, accudito da una russa silenziosa, Ljuba. Samantha non ha conforto nel ragazzo con cui è fidanzata, nemmeno nei conformisti compagni di scuola; riesce a comunicare solo con l’amica Nadia. Tra squallide vicende che si intrecciano dentro le mura delle case, le sfide dei due prepotenti e i capricci di un destino tragico prima abbattono la protagonista, dopo le permettono di vendicarsi della sua vita con un colpo spregiudicato, proprio come una vera donna lupo; un incidente, un grave lutto, un atto di follia, sono le ironie della vita di cui la piccola Samantha riesce ad approfittare.
Manzini mi piace molto come autore e seguo con interesse la serie dedicata a Schiavone, anche se sono rimasta indietro di qualche volume. Questo nuovo romanzo autoconclusivo mi ha incuriosita proprio perché si discosta dal celebre personaggio del vicequestore.
Quello che mi ha colpita maggiormente di tutta l'opera è stato il fatto che, nonostante si svolga nel 2009 come dichiarato esplicitamente all'inizio, molti dei comportamenti e delle abitudini descritte potrebbero appartenere a tanti anni prima, condensati nella classica vita di un piccolo borgo rurale italiano dove, a dispetto della tecnologia che ogni tanto appare tra le pagine, il tempo in realtà sembra essersi fermato.
La dinamica del signorotto di paese e del prete che nasconde segreti, contornata da ricatti e sotterfugi non è sicuramente nuova ma è sviluppata benissimo. Le tante figure che appaiono nel corso del capitoli sono ben caratterizzate e inserite perfettamente in una narrazione ben più ampia che tocca argomenti svariati e sempre attuali.
Il personaggio di Samantha è quello che, ovviamente e volutamente, spicca di più e, nel complesso, è ben delineato e ha uno sviluppo importante e interessante, sicuramente aiutato dal destino. La nota cinica finale, caratteristica dello stile dello scrittore, è stata la perfetta conclusione.
Voto: 4/5
Libriko: 18E
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