Autore: Giuliano Sangiorgi
Editore: Einaudi
Pagine: 169
ISBN: 9788806212186
Edoardo, universitario pugliese a Bologna, racconta la storia della propria pazzia amorosa. Novello Orlando metropolitano, solo più innamorato e molto più furioso, Edoardo rievoca, in un continuo gioco di specchi con il proprio passato, il trauma del primo animale ucciso dal padre macellaio, l'orrore del sangue che cola dalle carcasse appese, l'avventura del viaggio in treno verso l'università e l'incontro con Stella, una ragazza appassionata di morsi e golosa di sangue, di cui si innamora all'istante. Ogni settimana il padre manda i tagli di carne più pregiati al figlio che studia lontano e lui li usa per far colpo sugli amici. Quando però Stella lo tradisce, per Edoardo la carne diventa ossessione. Inizia a spacciarla, tagliandola in banconote, che utilizza come denaro contante. In un mondo perennemente allucinato, popolato da belve fameliche, dove tutto sembra possibile. Persino la redenzione. La vita degli studenti e la provincia pugliese si caricano di accenti mitici e ancestrali. Sangue, sacro e droga, si confondono in un unico grido d'amore e follia.
Questo libro ha un'impostazione originale e sicuramente diversa da quello che ci si aspetta da un classico romanzo, lo stile di scrittura, infatti, è decisamente particolare. Soprattutto all'inizio, mi è risultato un po' ostico e ho fatto fatica ad entrare nel giusto ritmo di lettura visto che, tra le frasi e le ripetizioni, la narrazione assume un aspetto quasi poetico e il ritmo diventa quello di una canzone, non a caso pensando all'autore.
Questo libro ha un'impostazione originale e sicuramente diversa da quello che ci si aspetta da un classico romanzo, lo stile di scrittura, infatti, è decisamente particolare. Soprattutto all'inizio, mi è risultato un po' ostico e ho fatto fatica ad entrare nel giusto ritmo di lettura visto che, tra le frasi e le ripetizioni, la narrazione assume un aspetto quasi poetico e il ritmo diventa quello di una canzone, non a caso pensando all'autore.
Una volta che ci si immerge nel racconto e si iniziano a dipanare i dubbi la trama appare più chiara, periodi ed espressioni apparentemente senza senso diventano infatti lo specchio dei pensieri del protagonista Edo, resi vacui dalla droga e dalle sue sregolatezze. Tuttavia la storia non mi ha convinta completamente, rivelandosi a tratti banale e spesso ripetitiva ed esageratamente cruda.
Alcuni personaggi, soprattutto la figura femminile di Stella, avrebbero potuto avere un importanza maggiore e aggiungere più dettagli al racconto, invece sono rimasti relegati sul fondo e a volte si sono persi per strada.
Interessante il finale, volutamente confusionario e in sospeso tra realtà e immaginazione, con un grande interrogativo che non viene chiarito ma è lasciato alla fantasia del lettore, a mio avviso molto adatto e in linea con tutto quanto letto.
Voto: 3,5/5
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