Titolo: Malinverno
Autore: Domenico Dara
Editore: Feltrinelli
Pagine: 336
ISBN: 9788807033780
Ci sono paesi in cui i libri sono nell'aria, le parole dei romanzi e delle poesie appartengono a tutti e i nomi dei nuovi nati suggeriscono sogni e promesse. Timpamara è un paese così da quando, tanti anni fa, vi si è installata la più antica cartiera della regione, a cui si è aggiunto poco dopo il maceratoio. E di Timpamara Astolfo Malinverno è il bibliotecario: oltre ai normali impegni del suo ruolo, di tanto in tanto passa dal macero per recuperare i libri che possono tornare in circolazione. Finché un giorno il messo comunale gli annuncia un nuovo impiego: il pomeriggio continuerà a occuparsi della biblioteca, ma la mattina sarà il guardiano del cimitero. Lettore dalla vivida immaginazione, Astolfo mescola le storie dei romanzi – per i quali inventa nuovi finali – con quelle dei compaesani, dei forestieri, dei lettori della biblioteca e dei visitatori del cimitero, dei vivi e degli estinti. A incuriosirlo è soprattutto una lapide senza nome e senza date: solo una fotografia, una donna dallo sguardo candido e franco, i capelli divisi in due bande liscissime e l'incarnato pallido. Per lui è da subito la sua Madame Bovary, la sua Emma. Attratto dal mistero racchiuso in quel volto, Astolfo si trova a seguire il filo che sembra dipanarsi dalla fotografia: tra i viottoli e le campagne di Timpamara, complice l'apparizione di una giovane sconosciuta nerovestita, prende forma a poco a poco una storia che mai Astolfo avrebbe saputo immaginare.
Attraverso una trama che oscilla continuamente tra sogno e realtà, è stato facile perdersi tra le pagine di questo romanzo e lasciarsi trasportare dalla storia e dalle atmosfere di Timpamara. Per alcuni aspetti, soprattutto per l'ambientazione, mi ha ricordato "Cambiare l'acqua ai fiori" anche se il libro della Perrin rimane saldamente ancorato alla concretezza, mentre qui si tende spesso ad allontanarsene per spostarsi verso connotati surreali.
Il protagonista è malinconico e perso nella sua vita parallela fatta di carta e personaggi letterari, il suo carattere è schivo e solitario ma, allo stesso tempo, viene frequentemente a contatto con le persone a causa dei suoi due lavori in biblioteca e al cimitero. Questi due luoghi, all'apparenza così distanti e diversi, finiscono per intrecciarsi e fondersi in modo armonico e poetico.
La coralità delle figure che ruotano attorno a Malinverno è ciò che ho apprezzato di più in assoluto: le loro vicende personali sono uniche e particolari, tutte estremamente interessanti e ricche di significati nascosti. La storia di Emma e Ofelia è imprevedibile, cambia registro capitolo dopo capitolo e riserva colpi di scena che, ammetto, mi hanno davvero sorpresa.
A volte, però, mi è sembrato che alcuni passaggi fossero eccessivi, volutamente spettacolarizzati in modo plateale per stupire ma ottenendo, nel mio caso, l'effetto contrario.
Voto: 4/5
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