venerdì 3 agosto 2018

[Libri] Torpedone trapiantati di Francesco Abate



Titolo: Torpedone trapiantati
Autore: Francesco Abate
Editore: Einaudi
Formato: Copertina flessibile
Pagine: 141
ISBN: 9788806238261

Una «comitiva di sopravvissuti»: a dieci anni esatti dal suo trapianto di fegato, Francesco viene invitato a una rimpatriata cui interverranno cento trapiantati assieme alle rispettive famiglie. È titubante, non sa se partecipare, ma alla fine, trascinato per un orecchio dalla Mamma, sale con lei sul torpedone. Acciacchi, fobie, farmaci indispensabili e piccole miserie: i protagonisti di questa gita somigliano ciascuno a una maschera della commedia, dal timido al giullare, dallo sbruffone al pauroso. In comune hanno il fatto di essere nati due volte, che è un dono immenso, ma anche una responsabilità. Quella di dover essere felici. Con la sua voce carognesca e a tratti malinconica, Abate ci racconta la storia della nostra fragilità e, al contempo, della nostra cocciuta voglia di vivere.


Conoscevo Abate solo di nome e, iniziata la lettura, non sapevo di trovarmi davanti a un'opera autobiografica. Il dubbio e la relativa conferma li ho avuto dopo poche pagine, quando ho capito che i personaggi descritti non sono frutto della fantasia, bensì vere persone con le quali lo scrittore e giornalista ha condiviso la sua esperienza. Ovviamente ciò mi ha fatto andare avanti guardando alla storia con occhi diversi.
La vicenda tragicomica della gita organizzata per il folto gruppo di trapiantati membri di un'associazione è solo il pretesto per costruire un libro che affronta una tematica particolare, a mio avviso non semplice da descrivere e sicuramente insolita rispetto a quanto generalmente trattato. L'autore è stato bravissimo a dosare momenti decisamente profondi, nei quali vengono ricordati i giorni bui e viene reso onore ai donatori e agli amici che non ce l'hanno fatta, con molta ironia e divertimento, tanto che per me è stato difficile, in entrambi i casi, riuscire a trattenere le lacrime.
Francesco, detto Checco, è protagonista e narratore e mi è piaciuto molto, di lui ho apprezzato soprattutto come abbia saputo trattare un argomento così difficile senza cadere nella facile autocommiserazione ma, anzi, raccontando di risate e prese in giro. La realtà viene esposta senza filtri e, per questo, il libro mi è apparso tremendamente vero, dimostrando, ad esempio, come la sofferenza non renda automaticamente buoni. Comunque, ciò che ho trovato maggiormente tra le pagine e che mi è rimasto anche dopo aver terminato la lettura, è la voglia di vivere e la speranza costante che accompagna i personaggi, tanti e tutti ben caratterizzati.
La figura che in assoluto ho preferito, però, è sicuramente la Mamma, una donna che ha sofferto in passato a causa della malattia che le ha portato via il giovane marito e che vive ogni giorno con la paura di perdere il figlio. Di lei ho apprezzato e, lo ammetto, un po' invidiato, la capacità di andare avanti con forza e testardaggine, senza mostrarsi mai debole e, anzi, riuscendo a trasformare tutto in un motivo di orgoglio e ottimismo.
Lo stile di Abate mi è piaciuto molto, nonostante la tematica per certi versi "pesante", le pagine sono state scorrevoli, ricche di un umorismo particolare e piacevolissimo, condito da perle in dialetto sardo con relative spiegazioni che mi hanno convinta ad approfondire la mia conoscenza con l'autore a breve, attraverso le altre sue opere dove viene raccontato il percorso profondo e delicato del suo trapianto di fegato.
Voto: 5/5

Partecipo a:
Tutti a Hogwarts con le 3 Ciambelle: Grifondoro - Sirius Black - Cappello parlante

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