Titolo: I miei giorni alla libreria Morisaki
Autore: Satoshi Yagisawa
Editore: Feltrinelli
Pagine: 160
ISBN: 9788807034947
Jinbōchō, Tokyo. Il quartiere delle librerie e delle case editrici, paradiso dei lettori. Un angolo tranquillo e fuori dal tempo, a pochi passi dalla metropolitana e dai grandi palazzi moderni. File e file di vetrine stipate all'inverosimile di libri, nuovi o di seconda mano. Non tutti lo conoscono, più attratti da Ginza o dalle mille luci di Shibuya. Di sicuro Tatako – venticinquenne dalla vita piuttosto incolore – non lo frequenta assiduamente. Eppure è qui che si trova la libreria Morisaki, che appartiene alla sua famiglia da tre generazioni. Un negozio di appena otto tatami in un vecchio edificio di legno, con una stanza al piano superiore adibita a magazzino. È il regno di Satoru, l'eccentrico zio di Tatako. Entusiasta e un po' squinternato, dedica la sua vita ai libri e alla Morisaki, soprattutto da quando la moglie lo ha lasciato. L'opposto di Tatako, che non esce di casa da quando l'uomo di cui era innamorata le ha detto di voler sposare un'altra. È Satoru a lanciarle un'ancora di salvezza, offrendole di trasferirsi al primo piano della libreria. Proprio lei che non è certo una forte lettrice, si trova di colpo a vivere in mezzo a torri pericolanti di libri e minacciosi clienti che continuano a farle domande e a citarle scrittori ignoti. Tra discussioni sempre più appassionate sulla letteratura moderna giapponese, un incontro in un caffè con un timido sconosciuto e rivelazioni sulla storia d'amore di Satoru, scoprirà pian piano un modo di comunicare e di relazionarsi che parte dai libri per arrivare al cuore. Un modo di vivere più intimo e autentico, senza paura del confronto e di lasciarsi andare.
Non nascondo che la prima cosa che mi ha attratta di questo libro è stata la copertina. La sinossi, poi, è stata la conferma che mi ha spinta a prenderlo in mano e leggerlo.
Tra le pagine di questo breve romanzo ho ritrovato molte delle caratteristiche peculiari della letteratura giapponese, che mi è sempre sembrata estremamente introspettiva e delicata in ogni concetto che viene espresso. Anche qui le vicende della protagonista Tatako, dalle più tristi come la perdita di amore e lavoro a quelle più intime come la riscoperta di se stessa e la decisione di riprendere in mano la sua vita grazie a un periodo trascorso nella libreria dello zio, sono state descritte in modo semplice ma incisivo.
Mi è piaciuta molto l'ambientazione e sono rimasta sorpresa nello scoprire l'esistenza del quartiere Jimbocho a Tokyo, interamente popolato da librerie specializzate in diversi settori, una notizia che personalmente ignoravo totalmente fino a questo momento.
Voto: 4/5
Libriko: 22C
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