Titolo: Infanzia
Autore: Tove Ditlevsen
Editore: Fazi
Pagine: 150
ISBN: 9788893258685
Nella sua prima traduzione italiana Infanzia, il volume che inaugura la trilogia di Copenaghen di Tove Ditlevsen: tre romanzi autobiografici riscoperti di recente e giustamente celebrati a livello mondiale come capolavori.
La piccola Tove vive con i genitori e il fratello maggiore in un quartiere operaio di Copenaghen. Il padre, uomo schivo dalle simpatie socialiste, si barcamena passando da un impiego saltuario all’altro. La madre è distante, irascibile e piena di risentimento: non è facile prevedere i suoi stati d’animo e soddisfare i suoi desideri. A scuola Tove si tiene in disparte, dentro di sé è convinta di essere incapace di stabilire veri rapporti con i coetanei; fa però amicizia con la selvaggia Ruth, una bambina del suo quartiere che la inizia ai segreti degli adulti. Eppure anche con lei Tove indossa una maschera, non si svela né all’amica né a nessun altro. La verità è che desidera soltanto scrivere poesie: le custodisce in un album gelosamente nascosto, soprattutto da quando il padre le ha detto che le donne non possono essere scrittrici. Sempre più chiara, in Tove, è la sensazione di trovarsi fuori posto: la sua capacità di osservazione, lucida, inesorabile, ma al tempo stesso sensibilissima, le fa apparire estranea l’infanzia che sta vivendo, come se fosse stata pensata per un’altra bambina. Le sta stretta, quest’infanzia, eppure comincerà a rimpiangerla nell’attimo stesso in cui se la lascerà alle spalle.
Tove Ditlevsen, impeccabile ritrattista di una femminilità punteggiata di chiaroscuri, ci ha generosamente aperto le porte delle molte stanze da lei abitate negli anni, lasciandoci delle pagine indimenticabili, destinate a restare.
La piccola Tove vive con i genitori e il fratello maggiore in un quartiere operaio di Copenaghen. Il padre, uomo schivo dalle simpatie socialiste, si barcamena passando da un impiego saltuario all’altro. La madre è distante, irascibile e piena di risentimento: non è facile prevedere i suoi stati d’animo e soddisfare i suoi desideri. A scuola Tove si tiene in disparte, dentro di sé è convinta di essere incapace di stabilire veri rapporti con i coetanei; fa però amicizia con la selvaggia Ruth, una bambina del suo quartiere che la inizia ai segreti degli adulti. Eppure anche con lei Tove indossa una maschera, non si svela né all’amica né a nessun altro. La verità è che desidera soltanto scrivere poesie: le custodisce in un album gelosamente nascosto, soprattutto da quando il padre le ha detto che le donne non possono essere scrittrici. Sempre più chiara, in Tove, è la sensazione di trovarsi fuori posto: la sua capacità di osservazione, lucida, inesorabile, ma al tempo stesso sensibilissima, le fa apparire estranea l’infanzia che sta vivendo, come se fosse stata pensata per un’altra bambina. Le sta stretta, quest’infanzia, eppure comincerà a rimpiangerla nell’attimo stesso in cui se la lascerà alle spalle.
Tove Ditlevsen, impeccabile ritrattista di una femminilità punteggiata di chiaroscuri, ci ha generosamente aperto le porte delle molte stanze da lei abitate negli anni, lasciandoci delle pagine indimenticabili, destinate a restare.
Non conoscevo il libro e l'autrice e li ho scoperti grazie a un bookclub che seguo su Instagram. Ho quindi deciso di lanciarmi alla scoperta del primo volume della Trilogia di Copenaghen, città nella quale è ambientata questa storia autobiografica.
Il testo copre un periodo di tempo che va dai primi ricordi della bambina alla cresima, vista come rituale che segna la fine dell'infanzia e il passaggio all'età adulta.
Nonostante il numero di pagine sia contenuto, la trama è ricca di dettagli e lo stile di scrittura è estremamente poetico, quasi lirico in alcuni passaggi, sicuramente non semplice da leggere ma apprezzabile se affrontato con le giuste tempistiche.
Attraverso gli occhi di Tove vengono, infatti, analizzati tanti aspetti della società danese degli inizi del Novecento, soprattutto quelli riguardanti la classe popolare e operaia. Scorci di politica si mescolano alla quotidianità della piccola fatta di scuola, amicizia e problemi famigliari; tutto è pervaso da un costante senso di malinconia e nostalgia per un tempo che, al presente, già appare fugace.
Non so ancora se proseguirò con i successivi romanzi, sicuramente non lo farò nel breve periodo vista l'intensità e la concentrazione che questa tipologia di lettura ha richiesto.
Voto: 3,5/5
Book Breakfast Club: gruppo di lettura marzo
Libriko: 22F
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