Titolo: La felicità vuole essere vissuta
Autore: Loredana Limone
Editore: Salani Editore
Formato: eBook
Pagine: 368
ISBN: 9788893813006
Borgo Propizio: dopo il terribile sisma che li ha colpiti nella terra e nel cuore, gli abitanti si impegnano per tornare alla vita e alla serenità e le loro esistenze si incontrano, si scontrano, si intrecciano in maniera come sempre imprevedibile. Così aumentano i turisti stranieri, l'A.C. Propiziese scala la classifica, la boutique Amandissima conquista prestigiosi clienti; aprono negozi di economici e bravissimi parrucchieri cinesi, nascono nuovi amori e ne muoiono altri, mentre le coppie "storiche" restano solide seppur turbate da qualche gelosia. Come se non bastasse, il borgo è in trepida attesa di una troupe cinematografica: un film a Borgo Propizio! O meglio, un film su Borgo Propizio, perché quella del leggendario fondatore Aldighiero il Cortese è una storia davvero intrigante e perché, aggiunge sibillino il regista, viene sempre il momento in cui bisogna rendere ciò che si è preso... Che cosa avrà voluto dire? Quale segreto aleggia tra le strade acciottolate del paese?
Ho iniziato quest'ultimo capitolo della serie di Borgo Propizio con un po' di malinconia, sapendo di dover salutare i tanti personaggi che ho imparato a conoscere e apprezzare nel tempo, tanto da considerarli amici e vicini di casa.
Anche in questo caso l'autrice ha saputo rendere perfettamente l'atmosfera del piccolo paese arroccato, descrivendone le strade e le usanze ma rendendolo vivo attraverso le sue sensazioni.
Purtroppo ho notato la mancanza dei protagonisti principali, le vicende senza la ziaccia Letizia hanno perso molta verve e le vite di Mariolina, Belinda, Claudia e Ornella sono quasi lasciate in sottofondo per dare spazio a nuove personalità, Dora, Amanda e Antonia soprattutto, che però non riescono a imporsi come dovrebbero.
Mi è piaciuta l'idea di svelare maggiori dettagli della storia giovanile del commissario Saltalamacchia, creando così un filo conduttore con tutti i volumi precedenti, ma avrei gradito avere poi maggiori dettagli sulla soluzione della diatriba, che viene solamente accennata sul finale. Lungo tutti i capitoli ho trovato molte situazioni differenti, estremamente interessanti ma, nel complesso, tutte poco approfondite.
La parte conclusiva è particolarmente poetica e racchiude nel discorso del sindaco Rondinella e negli interventi dei borghigiani, un vero e proprio inno all'accettazione di sé e degli altri, trasmettendo un messaggio di speranza e fiducia che mi è piaciuto molto seppure, ne sono certa, non fossi pronta a dire addio a questa nuova famiglia allargata che mi ha fatto compagnia per molte ore degli ultimi anni.
Voto: 3,5/5
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