mercoledì 24 giugno 2020

[Libri] Le ricette della signora Tokue di Durian Sukegawa


Titolo: Le ricette della signora Tokue
Autore: Durian Sukegawa
Editore: Einaudi
Pagine: 180
ISBN: 9788806241032

Sentarō è un uomo di mezza età, ombroso e solitario. Pasticciere senza vocazione, è costretto a lavorare da Doraharu, una piccola bottega di dolciumi nei sobborghi di Tōkyō, per ripagare un debito contratto anni prima con il proprietario. Da mattina a sera Sentarō confeziona dorayaki - dolci tipici giapponesi a base di pandispagna e an, una confettura di fagioli azuki - e li serve a una clientela modesta ma fedele, composta principalmente da studentesse chiassose che si ritrovano lì dopo la scuola. Da loro si discosta Wakana, un'adolescente introversa, vittima di un contesto familiare complicato. Il pasticciere infelice lavora solo il minimo indispensabile: appena può abbassa la saracinesca e affoga i suoi dispiaceri nel sakè, contando i giorni che lo separano dal momento in cui salderà il suo debito e riacquisterà la libertà. Finché all'improvviso tutto cambia: sotto il ciliegio in fiore davanti a Doraharu compare un'anziana signora dai capelli bianchi e dalle mani nodose e deformi. La settantaseienne Tokue si offre come aiuto pasticciera a fronte di una paga ridicola. Inizialmente riluttante, Sentarō si convince ad assumerla dopo aver assaggiato la sua confettura an. Sublime. Niente a che vedere con il preparato industriale che ha sempre utilizzato. Nel giro di poco tempo, le vendite raddoppiano e Doraharu vive la stagione più gloriosa che Sentarō ricordi. Ma qual è la ricetta segreta della signora Tokue? Con amorevole perseveranza, l'anziana signora insegna a Sentarō i lenti e minuziosi passaggi grazie ai quali si compie la magia: «Si tratta di osservare bene l'aspetto degli azuki. Di aprirsi a ciò che hanno da dirci. Significa, per esempio, immaginare i giorni di pioggia e i giorni di sole che hanno vissuto. Ascoltare la storia del loro viaggio, dei venti che li hanno portati fino a noi». Come madeleine proustiane, i dolcetti giapponesi diventano un pretesto per i viaggi interiori di Sentarō e Tokue, fra i quali si instaura un legame profondo che lascia emergere segreti ben più nascosti e ferite insanabili. Con l'autunno, però, un'ombra cala sulla piccola bottega sotto al ciliegio: quando il segreto di Tokue viene alla luce, la clientela del negozio si dirada e la donna, costretta a misurarsi di nuovo con il pregiudizio e l'ostracismo sociale che l'ha perseguitata per tutta la vita, impartirà a Sentarō e Wakana la lezione più preziosa di tutte.


Questo romanzo è una storia di rinascita e di rivincita personale che mette insieme e confronta tre generazioni, creando tra i protagonisti un legame particolare. 
La vicenda che mi affascinata maggiormente è stata sicuramente quella della signora Tokue, infatti mi è piaciuta molto l'idea di usare come base della trama una capitolo della storia giapponese che personalmente non conoscevo e che mi ha colpita, cioè la segregazione dei lebbrosi, un fatto realmente accaduto e andato avanti addirittura fino al 1996, di cui si parla poco e che invece, a mio parere, meriterebbe più risonanza.
Mi hanno invece attirata meno le vicissitudini di Wakana, forse perché lasciata un po' in secondo piano, ma ho apprezzato le metafore disseminate nel testo, prima fra tutte quella dell'uccellino salvato dalla ragazza.
L'atmosfera che si respira attraverso le pagine è molto diversa dall'aria occidentale alla quale siamo abituati ma rispecchia perfettamente le abitudini e l'ambientazione orientale, creando una sorta di aria magica che contribuisce a rendere il racconto quasi una favola.
Ho trovato particolarmente bello e poetico il finale, perfetto per rendere omaggio a un personaggio speciale che mi ha conquistata con la sua dolcezza e la sua caparbietà, capace di dimostrare che il dolore si supera e bisogna sempre essere ottimisti.
Voto: 4,5/5

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